Penso che la parola ‘alchimia’ catturi qualcosa di questo processo. Ovviamente, una delle grandi cose che è cambiata durante la realizzazione di questo album è stata la possibilità di manipolare la mia voce utilizzando l’intelligenza artificiale. Ho trovato impossibile resistere a provarla, e una volta che l’ho provata, è stato impossibile tornare indietro. Ho un’estensione vocale e uno stile limitati, ma nel corso degli anni ho trovato modi per farli funzionare, per farli sentire a casa nella musica che creo. Ma cosa succede se posso cambiarla completamente? Che possibilità si aprono? Beh, in realtà non cambiandola completamente… La cosa centrale che mi ha attratto nell’usare questa tecnologia in questo album è stata che, ascoltando attentamente, potevo ancora sentire me stesso anche quando provavo voci diverse con l’AI. Cattura ancora tutta la frase, le imperfezioni del pitch, l’interpretazione, il respiro… anche quando la trasforma in una voce diversa. Suona sia molto diverso da me che come me. Ho fatto ascoltare questi brani ai miei amici più stretti chiedendo, ‘Chi pensi stia cantando?’ e loro indovinavano sempre qualcuno a me vicino (come mia figlia, ad esempio) o me con qualche effetto. Perché? Perché è una sorta di alchimia—cambiare la mia voce in qualcosa che è sia mio che non mio